Evoluzione dei Cipreidi

Con conchiglie massicce e compatte, resistenti alla compressione ed alla rottura, e fortemente “tipizzate” da elementi diagnostici quali le forme rotondeggianti e smussate, l’apertura a fessura e la frequente presenza, ai suoi lati, di denti più o meno manifesti, i membri della famiglia Cypraeidae paiono un gruppo di Gasteropodi particolarmente vocato a lasciare dietro di sé una traccia paleontologica ben riconoscibile ed agevolmente ripercorribile a ritroso: in effetti, nicchi fossili di aspetto eloquentemente “cipreoide” datano addietro nel tempo fino ad oltre 100-120 milioni di anni fa, nel Cretaceo Inferiore, e suggeriscono una derivazione, attorno ai 140 milioni di anni fa (in un ambiente rappresentato dalle basse lagune tropicali ai margini dell’oceano della Tetide del Giurassico Superiore), da ancestori appartenenti all’estinto gruppo delle Columbellinidae, una famiglia di Molluschi che sembrerebbe annoverare anche gli antenati degli attuali strombi ed affini (Strombidae, Aporrhaidae, Struthiolariidae), delle tonne (Tonnidae), dei cassidi (Cassididae), dei tritoni (Cymatiidae) e delle burse (Bursidae). La prima “vera” ciprea fossile è in genere considerata la “Zittellia”, piccola conchiglia di aspetto ancora “convenzionalmente” gasteropode, con evidente avvolgimento spirale, ma apertura allungata e pronunciata dentatura sul margine labiale arrotondato.

 

La radiazione evolutiva sembra essersi verificata soprattutto a partire dal Cretaceo Superiore (Bernaya, Palaeocypraea, Afrocypraea), tra Paleocene ed Eocene (dai 65 ai 35 milioni di anni fa) si ha una notevole fioritura di generi, da forme piccole e stondate come Archicypraea, Cypraeorbis, Fossacypraea e Proadusta, a giganti appendicolari e tubercolari quali Gisortia e Vicetia, e tra l’Oligocene ed il Miocene (dai 35 ai 10 milioni di anni fa) compaiono gran parte dei generi cui appartengono le cipree attualmente viventi.


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